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pastiera napoletana senza canditi

Pastiera napoletana, se abiti da Roma in giù non è Pasqua senza di lei !

vai subito agli ingredienti

Prima di tutto auguri di cuore e grazie !
Se io sono qui al pc con piacere, che scrivo alle 9 del mattino dopo aver appena fotografato la pastiera che ho finito di cuocere ieri sera, lasciando da parte il pensiero che domani avrò il pranzo di Pasqua a casa con 15/18 persone e devo ancora cominciare ad organizzarmi, ecco tutto questo lo devo a voi !

Non sto scherzando, il legame che mi unisce ormai con i miei lettori è talmente forte che sta diventando parte della mia vita, anche nei momenti più importanti.

Dovete sapere che prima di venire ad abitare a Roma, vale a dire prima del degli anni ’90, ignoravo la presenza questo dolce. Per me a Pasqua esistevano solo la classica Colomba e la torta di tagliatelle che la nonna faceva nelle ricorrenze importanti.

Appena arrivata da queste parti mi sono accorta che esisteva un mondo dolce tutto da scoprire compreso la pastiera e come, dopo aver mangiato molte manifatture originali (Scaturchio compresa) non innamorarsene subito e mettersi a cercare la ricetta perfetta per la mia famiglia .
Le modifiche alle ricette tradizionali non sono mai ben accettate dai puristi, ma chiudere ogni tanto un occhio per una buona causa non fa poi tanto male e così poiché alle mie ragazze non piacciono i canditi, io nella mia versione li ho tolti!

Questa è la dose per preparare due pastiere, utilizzando due tortiere una da 26cm di diametro e l’altra di 18, io uso quelle fatte a posta dove lascio poi il dolce  come fanno nelle pasticcerie napoletane, dato che è molto delicato sformarlo, dovrebbe essere preparata almeno il giorno prima di mangiarla per fare in modo che tutti i profumi si amalgamino perfettamente. Dunque se volete siete ancora in tempo , io quest’anno ho messo la cannella grattugiata a mano direttamente dalla stecca che è andata a scurire un po’ troppo il ripieno ma quanto è buona… e si quella piccolina la stiamo assaggiando in questo momento …
A presto e che possiate trascorrere giornate serene.

Pastiera napoletana

Facile
1 ora

Ingredienti

  • 1 tortiera da 26 cm di diametro
  • 1 tortiera da 18 cm di diametro

Per la frolla

  • 500 g di farina 00
  • 200 g di zucchero
  • 250 g di burro
  • 2 uova intere
  • 1 tuorlo
  • buccia di limone

Per il ripieno

  • 600 g di ricotta di pecora
  • 700 g di grano cotto (ho aumentato la quantità per sostituirlo ai canditi)
  • 100 g di latte
  • 400 g di zucchero
  • 5 uova intere
  • 1 tuorlo
  • cannella
  • aroma ai fiori d'arancio

­Procedimento

  • Per la frolla unite il burro alla farina, fate assorbire bene, aggiungete lo zucchero, la buccia del limone e da ultime le uova, impastate velocemente e lasciate riposare in frigorifero.
  • Per la crema, mettete in un tegame il grano cotto con il latte e la buccia di limone. Fate andare per circa 10 minuti fino a che non si formerà una cremina, spegnete e mettete da parte.
  • Setacciate la ricotta, mescolate le uova con lo zucchero fino a scioglierlo bene, unite il composto alla ricotta, aromatizzate con cannella e aromi ai fiori d’arancio a piacere e secondo il vostro gusto.
  • Imburrate le due tortiere, stendete due dischi di pasta e adagiateli nelle tortiere fino a ricoprirne i bordi.
  • Versate con l’aiuto di un mestolo il ripieno.
  • Con la pasta rimasta preparate delle larghe strisce di pasta da sistemare a griglia larga sulla crema e che fisserete con un po’ di pressione ai bordi della tortiera in modo che all’inizio della cottura in forno non sprofondino.
  • Cuocete per circa 60 minuti a 180 gradi, io uso il forno ad aria perché la mia modalità statica non funziona bene.
  • Voi regolatevi tenendo presente che la torta dovrà prendere un bel colorito e che in cottura si dovrà gonfiare per poi abbassarsi durante il riposo del raffreddamento.

Note

Attenzione a non farla asciugare troppo !
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Natalia

Mi chiamo Natalia Cattelani, sono nata a Sassuolo (Mo), vivo a Roma dal 1990, da quando mi sono sposata. La passione per la cucina ce l’ho da sempre. Cucino con garbo, sperimento, metto insieme, do da mangiare alle figlie (Silvia, Chiara, Laura ed Elisa), al marito cresciuto con l’ottima cucina calabrese della madre, ai parenti di Sassuolo, agli amici di Roma, alle feste che ho organizzato per altri, conoscenti e figli di conoscenti, per battesimi, compleanni, campi scout, i bambini della casa famiglia San Giuseppe, amici di San Nicola, allieve della scuola Cuciniamo.ci di Roma.

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