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Lumachine a…colazione!

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Girelle, rotelle, rose, rosette, rotolini e anche, perché no, lumachine Quando mettiamo impasti dolci o salati nelle mani dei nostri bambini ci verrà aperto il loro mondo dove la fantasia regna sovrana, così basta stare li a cogliere lo spunto e il gioco è fatto.
Avevo l’intenzione di preparare delle girelle con zucchero e cannella, avevo letto questa ricetta in una rivista americana, mi piaceva l’idea di fare un impasto dolcificato con miele dentro e zucchero di canna fuori, ma durante le feste un lavoro del genere (aspettare tempi di lievitazione, anche se brevi ma sempre aspettare si deve) non era proprio da mettere in cantiere. Ora si respira un po’ di più così, ho deciso di prepararle ed ovviamente, nella parte finale, quella del “confezionamento”, ho coinvolto le piccole aiutanti che desiderano sempre avere un po’ di pasta per le mani. Ho spiegato loro cosa dovevano fare, un rettangolo di impasto da spalmare con una crema profumata alla cannella, ed abbiamo cominciato. Quante dita ci siamo leccate, beh, dai eravamo in famiglia!

Ad un certo punto Laura, la più fantasiosa produce con una rotella una “specie” di lumachina, è il delirio! Una gioia incontenibile le spinge così a fare un esercito di lumachine lasciando perdere le banali girelle, così il lavoro ha preso un’altra piega ed il progetto è cambiato nel bel mezzo dell’esecuzione.

 Felicissima di averle ancora una volta stimolate, le ho assecondate suggerendo di fare anche le antenne. Le abbiamo cotte, ed anche se qualcuna si è seduta ( non è rimasta in piedi perché era stanca) le abbiamo mangiate a merenda e a colazione il giorno dopo, loro però hanno mangiato rigorosamente le lumachine mentre le 30 girelle (si la dose è massiccia) hanno trovato casa in parte dalla mia vicina e in parte nel famoso freezer per poi finire una settimana dopo da Elena per una cioccolata in tazza con Chiara e la compagnia di ragazzi, che hanno ovviamente apprezzato.

Le lumachine e le girelle

40 Pezzi
Facile
15 minuti

Ingredienti

Per la pasta:

  • 1 kg circa di farina (potete usare il 20 % di farina di forza, manitoba)
  • 350 ml di latte
  • 250 ml di acqua
  • 150 g di miele
  • 50 g di burro
  • 15 g di lievito di birra disidratato
  • 1 uovo
  • 1/2 cucchiaino di sale fine

Per la crema alla cannella:

  • 200 g di zucchero di canna
  • 150 g di burro
  • cannella qb

Per la ghiaccia:

  • 100 g di zucchero a velo
  • acqua qb

­Procedimento

  • Potete anche farcirle diversamente come desiderate voi es: marmellata di albicocche e mandorle tostate, crema al cioccolato, mele caramellate con cannella, crema all’uovo.
  • Mettete metà farina nella planetaria, unite il lievito sciolto con un po’ di acqua in dotazione, la restante acqua, il latte, l’uovo, il burro a temperatura ambiente il miele e il sale e fate andare.
  • L’impasto deve essere lavorato un po’, poi aggiungete pian piano il resto della farina fino ad ottenere una consistenza elastica ma che si possa lavorare.
  • Incidete con una taglio a croce e lasciate riposare un’oretta circa. Preparate la crema al burro amalgamando bene lo zucchero di canna macinato fine e la cannella con il burro.
  • Una volta lievitato l’impasto dividerlo in tre parti, due le stenderete in due grossi rettangoli (25X30) spalmateli di crema.
  • Arrotolate e tagliate ricavando rotelle di pasta che adagerete sulla teglia del forno, con l’altra parte potete fare delle lumachine più piccole sempre con la crema al suo l’interno ma senza arrotolarle del tutto per ricavare la testa stringendo un po’ di pasta con le dita e allungandola per formare le due antenne laterali.
  • Lasciate riposare l’impasto circa 15 minuti prima di infornarle a 180° per circa 20 minuti.
  • Una volta intiepidite spargete con un cucchiaino la ghiaccia di zucchero (facoltativo) e spennellare la superficie dei dolci con della gelatina di albicocche.
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Natalia

Mi chiamo Natalia Cattelani, sono nata a Sassuolo (Mo), vivo a Roma dal 1990, da quando mi sono sposata. La passione per la cucina ce l’ho da sempre. Cucino con garbo, sperimento, metto insieme, do da mangiare alle figlie (Silvia, Chiara, Laura ed Elisa), al marito cresciuto con l’ottima cucina calabrese della madre, ai parenti di Sassuolo, agli amici di Roma, alle feste che ho organizzato per altri, conoscenti e figli di conoscenti, per battesimi, compleanni, campi scout, i bambini della casa famiglia San Giuseppe, amici di San Nicola, allieve della scuola Cuciniamo.ci di Roma.

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