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Lava, strofina, condisci, mangia…con una sculacciata ?!? sono esaurita?!?

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Tutto pronto, oggi bambine ci prepariamo la merenda dei bambini spagnoli.
Mi ricordo pochissime cose di quando ero piccola, è tutto molto offuscato ma ogni tanto qualcosa spunta fuori e mi torna in mente come se fosse richiamato da una vocina che dice “io questo ce l’ho da qualche parte”.
Così questa fetta di pane con il pomodoro strofinato sopra .
Avevo 5/6 anni, ero in Spagna con i miei genitori e mia sorella , ricordo benissimo che perfino al ristorante, a noi bambini offrivano queste fette di pane a volte più grandi di noi, dal sapore così buono, saporito, profumato. Sono sicura, era fatto così e quanto lo mangiavo, mi piaceva affondare la bocca in quel pane alto, ma morbido perché bagnato da quel succo che lo rendeva rosso e …buono.
Così preparo tutto e racconto alle bimbe la mia esperienza.

Un bel tavolino attrezzato di tutto, pane, sale, pomodoro, olio, origano, ci siamo?
Arrivano.
Si mettono al lavoro, tutto bene, ne prepariamo un po’ di più da offrire agli amichetti. Le mettiamo nel piattino , mi allontano per organizzarmi. Si allontana anche lei, Elisa, prende il mono pattino e …succede!
Dire che ho avuto un flash di quanto sarebbe accaduto un secondo prima non ci credereste, praticamente lo avevo già impresso nella mia testa.
In men che non si dica Elisa travolge il tavolino buttando a terra tutto, dico tutto e quindi le fette di pane già preparate, il sale (porta male?) l’olio (di più?) l’origano…insomma lo ha fatto un’altra volta. Elisa quest’estate mi ha messo duramente alla prova, il suo modo testardo, insistente, non curante di tutto quello che le veniva chiesto e raccomandato, mi ha provocato seriamente rischiando ogni volta ripercussioni e punizioni. Spesso ho resistito, ma oggi, oggi proprio non ce l’ho fatta, siamo alla fine dell’estate e alla fine della mia sopportazione, così è partita una serie di sculacciate (una non fa niente su quel culetto bello pieno e sodo) e di grida che solo Cristiana e Antonella (le mi amiche presenti all’accaduto) possono dire di aver visto e sentito, che vergogna due persone … troppe!

Lo so , avevo previsto tutto ed ho lasciato comunque che accadesse, la colpa è stata anche e forse soprattutto mia, non mi fate anche voi dei “predicozzi”, forse ho lasciato che accadesse tutto quanto perché non ce la facevo più e volevo dare questa benedetta sculacciata a quella piccola peste che mi ha messo alla prova durante tutte l’estate. Sono stata debole, l’ho capito dopo, ma…per un attimo mi son sentita bene, lei ha pianto un po’, ma nemmeno tanto a detta di chi ha assistito e una sculacciata ogni tanto , come dice il mio amico (nuovo) psicologo Diego fa bene!

L’argomento non è dei più facili, si parla tanto in questi ultimi anni dell’effetto “sculacciata”, forse se ne dicono anche troppe, io ricordo lo sguardo di mio padre e gli schiaffoni (rarissimi) di mia madre, ma li ricordo con piacere, fanno parte della mia crescita, della mia vita.

Le prime due figlie sono state cresciute senza aver mai dato a loro ” punizioni corporali”, le cose dovevo e volevo spiegarle bene, per farle capire e assimilare con cognizione, mah…
Con le ultime due, sarà per l’età, per il precedente semi-fallimento, sarà per la voglia di cambiare metodo, una sculacciata ogni tanto ci scappa, eccome che ci scappa!!!
Ma sapete che di questi tempi non si possono più nemmeno sgridare e picchiare i cani, così mi sento dire che tutta la mia famiglia , compreso l’animale, dovrebbe fare sedute terapeutiche dallo psicologo (e veterinerio comportamentista) . Ma dove siamo arrivati?
Come la pensate voi, giovani , determinate e forti mamme e papà moderni ,in amicizia eh, senza venire “alle botte”, giusto per scambiarci quattro chiacchiere, sono argomenti delicati e complessi ma ne potrebbe venire fuori qualcosa di buono ,sono ritornata ieri a casa e ora il pc…è mioooo!

La ricetta di fetta di pane spagnola?
Pane fresco, non raffermo, dalla crosta croccante, pomodori maturi, olio, sale, origano e una bella bocca grande da aprire e affondare sulla mollica morbida, ma senza monopattino in giro, mi raccomando!!!

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Natalia

Mi chiamo Natalia Cattelani, sono nata a Sassuolo (Mo), vivo a Roma dal 1990, da quando mi sono sposata. La passione per la cucina ce l’ho da sempre. Cucino con garbo, sperimento, metto insieme, do da mangiare alle figlie (Silvia, Chiara, Laura ed Elisa), al marito cresciuto con l’ottima cucina calabrese della madre, ai parenti di Sassuolo, agli amici di Roma, alle feste che ho organizzato per altri, conoscenti e figli di conoscenti, per battesimi, compleanni, campi scout, i bambini della casa famiglia San Giuseppe, amici di San Nicola, allieve della scuola Cuciniamo.ci di Roma.

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